Questo mi ha spinto a dare un'occhiata piu' approfondita al testo per difendere la mia valutazione negativa.
Avevo scritto che la spinta iniziale, la guida al suo viaggio in Italia alla ricerca della Buona Italia, era come lui stesso ci dice, un'organizzazione che si chiama RENA (Rete per l'Eccellenza Nazionale). Questa viene definita da lui come "nata da poco" ed e' "un piccolo gruppo, con risorse limitate" (pagina 12). Da vera americana che si chiede sempre da dove arrivano i soldi, sono andata a cercare i sostenitori, e li ho trovati qua. Il primo sostenitore? Banca UniCredit. Vi sembra "un piccolo gruppo, con risorse limitate" quando il primo sponsor e' UniCredit? A me no.
E non finisce qui. Avevo gia' detto che andare a cercare la vera Italia usando un ente che ha lo scopo di diffondere l'eccellenza mi sembrava poco obiettivo. Poi vado a ritrovare alle pagine 150-156 che porta ad esempio della Buona Italia (categoria etica, metafisica per lui) ... la Banca UniCredit. Ma si puo'? Fa l'elogio di Alessandro Profumo, ex AD di UniCredit. Ma non e' stato licenziato l'autunno scorso Profumo? Non e' stato lui a dare una partecipazione del 7,6% della banca alla Libia? Non e' stato indagato per bancarotta l'AD del maggior azionista, Paolo Biasi?
No, perche' a sua volta (da direttore di The Economist) Emmott fu Il Grande Fustigatore di Silvio Berlusconi (che non ammiro per niente, sia chiaro), inadatto a guidare l'Italia per i suoi conflitti d'interesse. E Bill Emmott ci scrive un libro guidato da un'organizzazione che prende soldi da UniCredit? E poi loda UniCredit? E ammette anche di essere stato pagato da UniCredit per presiedere al convegno e presentare il suo studio "da osservatore indipendente" (pagine 154-155). Ma vogliamo scherzare? Ti pagano per fare l'osservatore indipendente. Ma in quale universo. Da quale pulpito.
Non sto neanche a dire delle volte che Emmott si compiace dell'ospitalita' e dei servizi gratuiti ricevuti da varie persone/enti del paese che dovrebbe valutare. Fra cui RENA (pagina 12-13: "mi hanno perfino scortato, guidando per centinaia di chilometri, nutrendomi con ottimo cibo, ottimo vino...".) E lo dice anche. Recentemente, nel mio paese, gli Stati Uniti, la potente lobby medica ha cercato di auto-regolarsi e mettere fine ai conflitti d'interesse fra medici e sponsor (le ricchissime ditte farmaceutiche), che fornivano pasti, oggetti, e vacanze pagate ai medici. Emmott le capisce queste cose?
La credibilita' del libro, gia' scarsa di suo, ne esce ancora peggio. Forse l'unico effetto positivo per gli italiani sarebbe ironicamente di constatare che non sono certo gli unici con qualche perplessita' etica.