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Wednesday, May 6, 2009

McBride, Miracolo a Sant'Anna

Ieri sera ho finito di leggere il libro (del 2002) di James McBride Miracolo a Sant'Anna, da cui e' stato tratto l'omonimo film, uscito l'anno scorso (mi pare), di Spike Lee. Come forse saprete il film ha suscitato ampie polemiche in Italia, specialmente negli ambienti di sinistra e fra gli ex-partigiani. McBride e' stato anche lo sceneggiatore del film, nonche' l'autore.

Premetto intanto, a parte il discorso storico-politico, che ho trovato il libro deludente. Come persona molto laica sono stata colpita in modo non favorevole dalla eccessiva, direi quasi invadente, religiosita' dell'opera. Non mancano stereotipi sugli italiani, sia sul carattere (solare ed avvinazzato, per intenderci, anche nel bel mezzo della guerra) che sull'aspetto fisico (capelli neri e carnagione olivastra, anche nel nord della Toscana). Il libro pecca inoltre di sentimentalismo, e la fine non convince per niente.

Tutto cio' non vuol dire che il romanzo non abbia i suoi meriti. L'ho trovato di scorrevole lettura e, nel personaggio del soldato nero Train, realmente commovente. Ha inoltre il pregio di aver fatto luce sulla strage di Sant'Anna di Stazzema da parte dei nazisti, episodio precedentemente oscuro anche in Italia. Ed e' qui che cominciano i problemi. Mentre l'autore precisa all'inizio che la sua e' un'opera di narrativa, inserisce (in posizione rilevante, anzi determinante) un episodio non comprovato storicamente,- il tradimento e la responsabilita' di un partigiano per l'eccidio.

Ma qui sia McBride che gli italiani, secondo me, sbagliano. McBride perche' dovrebbe sapere che chi mischia fiction con fatti realmente accaduti rischia di essere frainteso, specialmente quando i fatti sono abbastanza misconosciuti. Gli italiani sbagliano, con una specie di riflesso condizionato pavloviano, a continuare a sostenere che la Resistenza non si tocca e che la verita' con la famosa v maiuscola (famosa o famigerata) la detengono solo loro. Il fatto sta che questo tradimento sarebbe potuto accadere, e che ne sarebbe conseguito una ritorsione tedesca (come per Via Rasella). McBride ha ragione da vendere quando sottolinea l'ambiguita' (secondo me storicamente irrisolvibile) della lotta partigiana. Chi erano? Quanti erano? Com'erano?

Be', lo scrittore (a sinistra nella foto) si e' scusato per aver eventualmente offeso gli italiani, mentre il regista Lee (a destra) ha risposto picche- non ha niente di cui scusarsi e gli italiani dovrebbero chiarire meglio la storia recente del loro paese. E qui concordo piu' col regista. McBride e' stato anche troppo tenero con gli italiani.