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Sunday, July 29, 2007

Guido Cavalcanti

XXXV - Perch'i' no spero di tornar giammai

Perch'i' no spero di tornar giammai,
ballatetta, in Toscana,
va' tu, leggera e piana,
dritte'a la donna mia,
05 che per sua cortesia
ti farà molto onore.
Tu porterai novelle di sospiri
piene di dogli' e di molta paura;
ma guarda che persona non ti miri
10 che sia nemica di gentil natura:
ché certo per la mia disaventura
tu saresti contesa,
tanto dal lei ripresa
che mi sarebbe angoscia;
15 dopo la morte, poscia,
pianto e novel dolore.
Tu senti, ballatetta, che la morte
mi stringe sì, che vita m'abbandona;
e senti come 'l cor si sbatte forte
20 per quel che ciascun spirito ragiona.
Tanto è distrutta già la mia persona,
ch'i' non posso soffrire:
se tu mi vuoi servire,
mena l'anima teco
25 (molto di ciò ti preco)
quando uscirà del core.
Deh, ballatetta mia, a la tu' amistate
quest'anima che trema raccomando:
menala teco, nella sua pietate,
30 a quella bella donna a cu' ti mando.
Deh, ballatetta, dille sospirando,
quando le se' presente:
- Questa vostra servente
vien per istar con voi,
35 partita da colui
che fu servo d'Amore - .
Tu, voce sbigottita e deboletta
ch'esci piangendo de lo cor dolente
coll'anima e con questa ballatetta
40 va' ragionando della strutta mente.
Voi troverete una donna piacente,
di sì dolce intelletto
che vi sarà diletto
starle davanti ognora.
45 Anim', e tu l'adora
sempre, nel su'valore.


As I have no hope of ever returning,
little ballad, to Tuscany,
go thou, light and slow,
straight to my lady,
whose own courtesy
Will honor you greatly.
You shall bring her news of sighs,
full of pain and much fear...

Guido Cavalcanti, ca. 1255-1300